260824 - Monumento alla Vittoria – Bolzano

Il Monumento alla Vittoria è un complesso marmoreo celebrativo della vittoria italiana nella prima guerra mondiale, progettato dall’architetto Marcello Piacentini e costruito tra il 1926 e il 1928.

Posizione

Nazione:
Regione:
Provincia:
Comune:
Frazione:
Indirizzo:
Piazza della Vittoria
CAP:
39100
Latitudine:
46.500416144774
Longitudine:
11.345347449213

Informazioni

Luogo di collocazione:
Area a pochi passi a ovest del ponte sul torrente Talvera, all’inizio dell’ampliamento della città realizzato durante il ventennio fascista.
Data di collocazione:
12 Luglio 1928
Materiali (Generico):
Bronzo, Marmo, Pietra, Altro
Materiali (Dettaglio):
Il monumento in marmo bianco ha l’aspetto di un tempio/arco trionfale romano. All’interno sono ospitate sculture in marmo e in bronzo.
Stato di conservazione:
Buono
Ente preposto alla conservazione:
Informazione non reperita
Notizie e contestualizzazione storica:
Dopo la fine della Grande Guerra e soprattutto in seguito alla presa di potere da parte di Mussolini nel 1922, il governo italiano iniziò a costruire monumenti celebrativi della vittoria nella Grande Guerra. Il 10 febbraio 1926 fu deciso di costruirne uno anche a Bolzano. Ci furono molte sottoscrizioni, alla quale aderirono anche associazioni di italiani all'estero e furono raccolti 3 milioni di lire. Il marmo fu offerto dagli industriali lucchesi. Il progetto fu affidato all'architetto Marcello Piacentini. La posa della prima pietra ebbe luogo il 12 luglio 1926. Il monumento fu inaugurato il 12 luglio 1928.
Nel 2014 è stato istituito, presso il Monumento, un percorso espositivo permanente dal titolo "BZ '18–'45: un monumento, una città, due dittature" premiato dalla Giuria internazionale dell'European Museum Award of the Year del 2016 per avere “reintegrato un monumento controverso, che a lungo ha generato battaglie politiche, culturali e di identità regionale; il progetto rappresenta un'iniziativa altamente coraggiosa e professionale per promuovere valori umanitari, di tolleranza e democratici.”

Contenuti

Iscrizioni:
Sul fronte iscrizione dettata dall’allora ministro della pubblica istruzione Pietro Fedele:
HIC PATRIAE FINES SISTE SIGNA / HINC CETEROS EXCOLVIMVS LINGVA LEGIBVS ARTIBVS
(Qui i confini della Patria. Poni le insegne! / Da qui educammo gli altri alla lingua, al diritto, alle arti)

Sul retro iscrizione liberamente ispirata all'epigrafe sull’altare funerario eretto da Traiano ad Adamclisi (Romania):
IN HONOREM ET MEMORIAM FORTISSIMORUM VIRORUM QUI IUSTIS ARMIS STRENUE / PUGNANTES HANC PATRIAM SANGUINE SUO PARAVERUNT ITALI OMNES AER COLL.
(In onore e memoria degli uomini fortissimi che strenuamente combattendo con armi giuste / hanno protetto questa patria con il loro sangue tutti gli italiani raccoglievano soldi).

Lato nord:
VIC. EMAN. III REGE / A. MCMXXVIII

Lato sinistro interno, tra le erme di Fabio Filzi e Damiano Chiesa:
QUI PRO PATRIA VITAM REDDIDERUNT NON MORTE SED IMMORTALITATEM SUNT CONSECUTI
(Chi sacrifica la vita per la patria ottiene non morte, ma immortalità)

Lato destro interno, vicino all’erma di Cesare Battisti:
FACERE ET PATI FORTIA ROMANUM EST
(Compiere e sopportare cose forti è da romano)

ADVERSUM HOSTEM AETERNA AUCTORITAS
(Verso il nemico eterna autorità)
Simboli:
Sul fronte del davanti c’è la scultura “Vittoria Sagittaria” di Arturo Dazzi: una figura femminile alata, con lo sguardo e l'arco rivolti a nord.
All'interno sono posizionati:
- al centro dell’architettura due sculture bronzee di Libero Andreotti. La prima, rivolta verso il torrente Talvera, è la figura monumentale del Cristo risorto che si innalza dal sepolcro come simbolo della resurrezione degli eroi. Sul retro del Cristo, l’altra scultura a bassorilievo rappresenta un campo di battaglia raffigurato con due vittorie in opposta diagonale, in alto una “Vittoria che incita” un soldato a lanciare una bomba a mano, in basso lo stesso giovane, morto in combattimento, viene abbracciato e pianto dalla “Vittoria che consola”.
- le erme, opere dello scultore Adolfo Wildt, di Cesare Battisti (a destra) e di Fabio Filzi e Damiano Chiesa (a sinistra).
Sul fronte del retro si trovano tre medaglioni raffiguranti la Nuova Italia, l'Aria e il Fuoco, di Pietro Canonica.
Nella cripta ci sono due affreschi dipinti da Guido Cadorin e rappresentanti "La custode della Patria" e "La custode della Storia", figure simboliche dell'amor di patria e della storia che hanno le ali degli angeli.

Altro

Osservazioni personali:
Informazione non reperita

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