214305 - Monumento alle M.A.V.M. Nardone e Ceci – San Benedetto del Tronto

Monumento posto dall’Amministrazione Comunale di San Benedetto e dalla sezione locale dell’Associazione Nazionale Carabinieri per ricordare il martirio dei carabinieri Luciano Nardone e Isaia Ceci trucidati dai nazisti.

Posizione

Nazione:
Regione:
Provincia:
Comune:
Frazione:
Indirizzo:
Piazza Nardone
CAP:
63074
Latitudine:
42.952001616033
Longitudine:
13.877184560154

Informazioni

Luogo di collocazione:
Nell’aiuola al centro della piazza
Data di collocazione:
Sabato 29 novembre 2003, alle ore 12
Materiali (Generico):
Pietra
Materiali (Dettaglio):
Il monumento (oprea realizzata dall'arch. Piernicola Cocchiaro) è formato da un cippo di travertino grezzo su cui è posta una lapide levigata con l’iscrizione (scritta dal prof. Ugo Marinangeli) in bassorilievo.
Stato di conservazione:
Sufficiente
Ente preposto alla conservazione:
Comune di San Benedetto del Tronto
Notizie e contestualizzazione storica:
Luciano Alessandro Nardone nacque il 29/04/1900 a Pietradefusi (AV), da Francesco e Vincenza Ciarcia. Maresciallo maggiore dei carabinieri, comandante della locale tenenza di San Benedetto dal febbraio 1941.

Isaia Ceci nacque il 20/02/1897 a Tortoreto (TE) da Raffaele e Angela Scaramazza. Carabiniere di servizio presso la locale caserma di San Benedetto.

Attorno alle 15.30 28 novembre 1943 alcuni soldati tedeschi, a bordo di motocarrozzette, si fermarono nella piazza
antistante la Chiesa della Madonna della Marina, presso un deposito che conteneva generi alimentari destinati alla popolazione civile. Approfittando delle porte sconnesse, a causa del bombardamento inglese del giorno precedente, entrarono nel magazzino e cominciarono a prelevare generi alimentari destinati ai sanbenedettesi. Il maresciallo maggiore Luciano Nardone, avvertito di quanto stava accadendo, si recò da solo al deposito ed affrontò i tedeschi ordinando loro di riconsegnare i viveri. I tedeschi, infastiditi dall'insistenza del maresciallo, lo colpirono. Ne nacque una violenta colluttazione durante la quale il maresciallo fu colpito alle spalle da una raffica di fucile mitragliatore esplosa da uno dei soldati tedeschi. Nel frattempo era giunto davanti al deposito anche il carabiniere Isaia Ceci che fu falciato da una seconda raffica che lo colpì all'addome. Compiuta la loro razzia, i tedeschi si allontanarono in direzione nord.
I due carabinieri vennero trasportati da dei passanti all’Ospedale civile, dove Nardone morì dopo poche ore mentre Ceci morì due giorni dopo.

Alla memoria dei due carabinieri fu conferita la Medaglia d'Argento al Valor Militare con le seguenti motivazioni:

«Il maresciallo Luciano Nardone, comandante di stazione in territorio non ancora liberato, informato che alcuni militari tedeschi, depredavano un magazzino di generi alimentari, destinato alla popolazione, accorreva da solo in sito e, dopo aver tentato invano di dissuadere i militari a desistere dalla criminosa impresa, con inflessibile fermezza, ingaggiava con due di essi violenta colluttazione, durante la quale altro militare lo colpiva con raffiche di mitra, proditoriamente, alle spalle. Suggellava con il suo sacrificio la più alta espressione del dovere».

«Isaia Ceci, carabiniere, in territorio non ancora liberato, accorreva in aiuto del proprio comandante di stazione impegnato in violenta colluttazione con due militari tedeschi che, assieme ad altri, si erano dati a depredare un magazzino viveri destinato alla popolazione civile. Visto cadere il superiore colpito a morte da raffica di mitra, si lanciava animosamente contro il feritore, ma nel generoso gesto veniva parimente gravemente ferito all'addome. Trasportato all'ospedale raccomandava che le più amorevoli cure fossero rivolte al superiore, accanto al quale, nell'estremo anelito, chiese di voler morire. Nobile esempio di altruismo e di elette virtù militari».

Fonte : http://www.straginazifasciste.it

Contenuti

Iscrizioni:
Lastra superiore:

I sambenedettesi
posero questa lapide
in onore del
Maresciallo dei Carabinieri
LUCIANO NARDONE
che, sospinto dall'amore
per la popolazione nella
tragedia della guerra,
oppose, con inflessibile
fermezza il rispetto della
legalità, suggellando
con il nobile sacrificio,
unitamente al Carabiniere
ISAIA CECI, la più alta
espressione del dovere.

Lastra frontale:

L’Amministrazione Comunale e la locale
Associazione Nazionale Carabinieri
28-11-1943 28-11-2003
Simboli:
Sul lato sinistro della lapide è incisa la raffigurazione stilizzata del sacrificio di Luciano Nardone, colpito alle spalle dai proiettili dei nazisti

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Informazione non reperita

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