163940 - Monumento “Bernardella” – Castignano

Il monumento è un obelisco a forma di tronco di piramide, con basamento in marmo, situato in un’area verde appositamente creata e curata dal comune di Castignano. Riporta le foto e i nomi dei quattro civili caduti in una rappresaglia tedesca.
I loro nomi sono: Emidio Lucidi, Luigi Cicconi, Giuseppe e Domenico Villa.
Il monumento sorge ai piedi di una quercia con fusto di quasi 4 metri di circonferenza ed una chioma di 20 metri di diametro, da sempre chiamato l’albero dei Villa.
Ogni anno a Castignano sul luogo si svolge la Commemorazione con la presenza del sindaco, scolaresche e di tanti cittadini, tutti intorno al monumento che è stato eretto proprio per le povere vittime della rappresaglia.

Posizione

Nazione:
Regione:
Provincia:
Comune:
Frazione:
Località San Martino
Indirizzo:
Ripaberardese, bivio Capradosso
CAP:
63072
Latitudine:
42.937591643201
Longitudine:
13.587548666917

Informazioni

Luogo di collocazione:
Piccola area verde limitrofa alla strada provinciale
Data di collocazione:
18/05/1950
Materiali (Generico):
Marmo, Altro
Materiali (Dettaglio):
Obelisco in travertino, con piccolo medaglione in marmo scolpito; lampada votiva in ferro e vetro; fotoceramiche.
Stato di conservazione:
Buono
Ente preposto alla conservazione:
Comune di Castignano
Notizie e contestualizzazione storica:
Ogni anno Castignano onora i Caduti in guerra. Due sono le date importanti da ricordare: il 16 giugno, anniversario dell’eccidio avvenuto in località San Martino, nei pressi dell’incrocio che porta a Capradosso, dove morirono quattro persone e il 4 novembre, data in cui ricordiamo tutti Caduti in guerra.
Grazie all’aiuto di Franco Villa, sono riuscito a ricostruire gli avvenimenti di quella giornata. Infatti le testimonianze di alcuni suoi zii sono state riportate in un piccolo libro dove ciò che è successo quel giorno è stato raccontato minuziosamente senza tralasciare alcun particolare.
Era il periodo della ritirata tedesca verso nord e stavano passando gli ultimi reparti. I soldati avevano preferito spostarsi verso l’interno per evitare i bombardamenti degli alleati, lungo la costa. In quei giorni un comando tedesco si trovava nei pressi della chiesa di San Martino. Nella mattina del 16 giugno 1944 giunsero a casa Villa dei soldati tedeschi in cerca di cibo. La famiglia, per non correre rischi, accontentò i militari dando loro formaggio, pane e vino. Questi ne furono molto contenti e dissero che sarebbero ritornati nel pomeriggio per portare scarpe e vestiti per i bambini. Ma poche ore più tardi accadde l’irreparabile.
Due soldati tedeschi stavano scendendo da Capradosso, con loro avevano un cavallo ed una mucca che naturalmente avevano sottratto ad una famiglia del posto; all’improvviso arrivarono quattro uomini, che spararono contro i militari uccidendone uno nei pressi della grande quercia, mentre l’altro riuscì a fuggire a cavallo.
I quattro uomini, si diressero verso la casa dei Villa e ordinarono agli uomini presenti in casa di seppellire il soldato, mentre loro sarebbero scappati. Questi ubbidirono nella speranza che l’accaduto non avesse ritorsioni.
Il soldato tedesco, scampato alla morte, aveva raggiunto il comando e riferì l’accaduto. I soldati partirono immediatamente sparando contro tutto ciò che si muoveva e bruciando i covoni di paglia e di fieno. Lungo il tragitto avevano preso anche due ostaggi, Emidio Lucidi e Luigi Cicconi. Giunti sul posto trovarono Giuseppe e Domenico Villa che furono presi e fucilati. I due ostaggi cercarono di scappare, ma nelle vicinanze c’erano molti soldati appostati che aprirono il fuoco contro i due fuggitivi, uccidendoli.
Nella tarda serata, quando la situazione si calmò, i corpi di Giuseppe e Domenico furono ricomposti sopra un giaciglio di paglia e la mattina seguente furono recuperati anche quelli di Emidio e Luigi ed adagiati accanto agli altri due. Qualche giorno dopo, mentre i tedeschi se ne stavano andando, i familiari di Emidio e Luigi andarono a riprendere le salme dei loro cari poiché il comune aveva mandato delle casse dove poterle adagiare. I feretri furono messi su un carro trainato da due buoi e portati al cimitero del paese. Nessuno partecipò al rito funebre per paura di ritorsioni e a causa del coprifuoco aereo. Ad accompagnarli solo una donna anziana e, al passaggio del carro in paese, la gente sbigottita assisteva dai vetri delle finestre chiuse. Non fu detta neanche una messa in suffragio.
Il giorno seguente sul posto della sparatoria arrivò un signore che buttò per terra un cappello per indicare dove era morto il soldato tedesco; luogo dove poi è stato eretto un monumento a ricordo di quella mesta giornata.
Oggi la grande quercia è stata inclusa nella raccolta “Alberi monumentali delle Marche”, non tanto per la sua grandezza, ma per ciò che è accaduto il 16 giugno 1944, a testimonianza di una tragedia. Gli spettatori di quella giornata sono deceduti quasi tutti e, nonostante tutto, alcuni di loro hanno avuto un pensiero gentile per quel comandante tedesco che subito dopo l’eccidio avrebbe raccontato ai suoi superiori di aver ucciso sicuramente più di 10 uomini. Infatti il Fuherer ordinava l’uccisione di 10 uomini civili per la morte di un soldato tedesco, in quella occasione a perdere la vita furono per fortuna solo quattro uomini, Giuseppe e Domenico Villa, Emidio Lucidi e Luigi Cicconi. Testimonianza raccolta da Walter Angeletti

Contenuti

Iscrizioni:
CICCONI LUIGI
LUCIDI EMIDIO
VILLA GIUSEPPE
VILLA DOMENICO

VITTIME DI RAPPRESAGLIA
TEDESCA 16-6-1944
IL COMITATO FESTEGGIAMENTI
S. GABRIELE A
MEMORIA POSE
18.05.1950
“REQUIEM AETERNAM”

Simboli:
Croce in pietra; medaglione con bassorilievo raffigurante il volto della Madonna di profilo; lampada votiva.

Altro

Osservazioni personali:
Informazione non reperita

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