224435 - Murali in memoria delle Vittime di piazzale Accursio – Milano

I due grandi murali in memoria dei quattro martiri si trovano dipinti sui due vertici smussati del palazzo del Municipio 8, davanti al quale in una aiuola è già presente un monumento in memoria di questi caduti.
Nel murale di sinistra sono rappresentati Gaetano Andreoli e Cesare Poli, in quello di destra Angelo Scotti e Arturo Capettini.
I murali sono dipinti coi colori essenziali che conferiscono all’opera un carattere serio e severo, particolarmente adeguato al soggetto rappresentato.
I murali sono stati realizzati dagli artisti Orticanoodles col patrocinio ed il finanziamento del Municipio 8.
Una targhetta posta sul murale riporta il codice QR che rimanda al progetto “FARE MEMORIA …oggi” svolto dagli studenti dell’Istituto Comprensivo Borsi, in collaborazione con il Municipio 8 che oltre ai Martiri del poligono, si occupa di mafia, Resistenza ed altri temi.

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Posizione

Nazione:
Regione:
Provincia:
Comune:
Frazione:
zona Sempione
Indirizzo:
Via Luigi Bizzozzero
CAP:
20149
Latitudine:
45.491640594843
Longitudine:
9.1456622203473

Informazioni

Luogo di collocazione:
Entrambi i murali sono dipinti sugli spigoli smussati della sede del Municipio 8 di Milano
Data di collocazione:
6 giugno 2021 - settantunesimo anniversario A.N.P.I. Nazionale
Materiali (Generico):
Altro
Materiali (Dettaglio):
Informazione non reperita
Stato di conservazione:
Buono
Ente preposto alla conservazione:
Informazione non reperita
Notizie e contestualizzazione storica:
Ecco quel che si legge sulla targa posta in prossimità del cippo, sul lato opposto della strada :

Le sezioni A.N.P.I. del municipio 8 di Milano rendono omaggio ai quattro partigiani qui ricordati: CAPETTINI, POLI e ANDREOLI sono fucilati nel vicino poligono di tiro il 31 dicembre del 1943 e SCOTTI è graziato a pochi passi dal plotone d'esecuzione ma morirà l'anno dopo nelle camere a gas.

  • ARTURO CAPETTINI (Giuseppe)
    Rinchiuso a San Vittore dal 19 dicembre 1943 è interrogato e torturato dalle SS e vi rimane sino al 31 dicembre quando verrà fucilato. In quei giorni nello stesso carcere sono rinchiusi anche la moglie Matilde Bottero e il fratello Cesare. Arturo e la sua famiglia arrivano a Milano da Mortara nel 1939. Antifascista e militante comunista è perseguitato. Tiene duro ed è tra coloro cui si deve, in anni di fascismo trionfante, la riuscita di una rete antifascista clandestina che permetterà l'arruolarsi di molti giovani nelle file partigiane. Soggetto a continui fermi di polizia e angherie varie, è infine costretto alla fuga in Svizzera e Francia. Dopo l'8 settembre, milita nella 3a Brigata Garibaldi GAP. Il suo negozio di bici di viale Monte Santo diventa un punto di riferimento per la resistenza, per i fuggitivi e per gli operai che si stanno organizzando nelle fabbriche. Vi sono nascosti materiali d'informazione, viveri e armi destinati ai partigiani di San Martino.
    Il 19 dicembre del 1943 Arturo è in missione nella zona di Mortara. È fermato e arrestato dai tedeschi nei pressi della stazione. Nei giorni successivi sono arrestati sua moglie Matilde e suo fratello Cesare che cercano di trasferire il materiale da viale Monte Santo. Sono le ore 12,30 dell'ultimo giorno del 1943. Arturo Capettini con Cesare Poli e Gaetano Andreoli, tutti partigiani della Terza GAP, sono fucilati al poligono di tiro di piazzale Accursio. Nel maggio del 1944 prende il suo nome, la "51 Brigata Arturo Capettini GAP" delle formazioni garibaldine.
    Suo fratello Cesare, rinchiuso a San Vittore, nello stesso raggio di Arturo, nonostante brutali percosse, non rivela alcuna informazione sull'attività clandestina. È deportato a Mauthausen nel febbraio 1944 e morirà il 4 marzo del 1945. La moglie Matilde, a San Vittore subisce la brutalità dei repubblichini. Viene per vie traverse a sapere della presenza di suo marito nel carcere e gli succede persino d'incrociare nei corridoi il cognato, con i segni delle torture. Rimane in carcere per quattro mesi e altri tre in detenzione nel campo di Fossoli. Scopre la sorte del marito solo tre mesi dopo la sua morte. È caricata su un treno per essere trasferita nel lager di Mauthausen. Durante il trasferimento, nelle vicinanze di Padova c'è un bombardamento alleato. Matilde riesce a fuggire. Morirà a Roma a 87 anni.

  • CESARE POLI
    Nato a Milano nel 1891 è già stato un combattente della Prima Guerra Mondiale. È un uomo d'azione e sono innumerevoli le operazioni, di sabotaggio contro i nazisti da lui organizzate. Collabora con tutte le formazioni della lotta partigiana, nella raccolta e nel trasporto di armi, di viveri, d'indumenti e medicinali e nell'aiuto ai prigionieri. Nell'ottobre del 1943 è in prima fila nell'organizzazione degli operai della periferia milanese. Arrestato una prima volta riesce a fuggire. È arrestato di nuovo il 24 dicembre del 1943 mentre inconsapevole dell'arresto di Capettini si sta recando a casa sua. Imputato di costituzione di banda armata con Capettini, Andreoli e Scotti è con loro a San Vittore, e sottoposto a continue torture. Al momento dell'arresto, nella sua casa viene trovato materiale di propaganda, una radio e armi. Nella condanna a morte si può leggere "Cesare Poli, ...per aver diretto varie organizzazioni comuniste e per aver in correità con il Capettini cooperato...al fine di provocare un movimento insurrezionale armato...". Il 31 dicembre del 1943 è fucilato al poligono di piazzale Accursio con Capettini e Andreoli.

  • GAETANO ANDREOLI
    Nato a Milano il 7 agosto 1906 è uno dei primi coraggiosi patrioti partigiani in città. Gappista del Comitato "Cinque Giornate". Tiene i contatti con i partigiani del colonnello Croce (Giustizia e libertà). È protagonista nella difesa di San Martino (Valcuvia) che tra il 15 e 19 novembre del 1943 fronteggia l'offensiva tedesca. È arrestato il 18 novembre. Condivide con i suoi compagni le torture a San Vittore e con Capettini e Poli il martirio al poligono di piazzale Accursio il 31 dicembre 1943.

  • ANGELO SCOTTI
    È un avvocato milanese. Fa parte del Comitato Militare Lombardo, una delle prime formazioni armate della Resistenza. È arrestato con gran parte del Comitato durante una riunione in casa sua, il 19 novembre del 1943, per la delazione di una spia.
    A San Vittore subisce con particolare accanimento le torture delle SS perché esponente di spicco della Resistenza. Durante il processo farsa cui è sottoposto con Capettini, Poli e Andreoli, gli viene offerto di richiedere la grazia. Rifiuta. È Cesare Poli a convincerlo a presentarla per cogliere l'opportunità di continuare poi la lotta. Condannato a morte come i suoi compagni, il 31 dicembre 1943, è condotto con loro al poligono di p.le Accursio per la fucilazione. Le loro bare sono già nel cortile. Alle 11 gli è comunicata la commutazione della pena di morte in ergastolo. Alle 12,30 il plotone d'esecuzione esegue la fucilazione dei suoi compagni. É riportato a San Vittore. Deportato in Germania, nel luglio del 1944 muore nelle camere a gas.

    I caduti commemorati con questi murali, sono ricordati anche in:
  • Monumento alle vittime di Piazzale Accursio
  • ai Caduti per la Libertà – Cimitero Maggiore – Milano

    FONTI:
  • "Farememoriaoggi" Martiri del poligono
  • Contenuti

    Iscrizioni:
     

    Ai partigiani martiri
    di p.le Accursio

    Lotta di Liberazione
    dal nazifascismo

    1943-1948

    Gaetano Andreoli
    Cesare Poli
    Angelo Scotti
    Arturo Capettini


    Simboli:
    Informazione non reperita

    Altro

    Osservazioni personali:
    Coordinate: 45.491433, 9.146137

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