255199 - Pietra d’inciampo a David Bivash – San Severino Marche (MC)

Pietra collocata sul marciapiede antistante l’abitazione dove David Bivash fu domiciliato nell’ultimo periodo della sua vita, prima di essere internato il 30/11/1943 ad Auschwitz dove morì.

Posizione

Nazione:
Regione:
Provincia:
Comune:
Frazione:
Indirizzo:
Via Ponte Vecchio, Borgo Fonte Nuova
CAP:
62027
Latitudine:
43.233382
Longitudine:
13.1803458

Informazioni

Luogo di collocazione:
Pietra collocata sul marciapiede antistante all’abitazione di David Bivash.
Data di collocazione:
26/01/2024
Materiali (Generico):
Ottone
Materiali (Dettaglio):
Piccola targa d’ottone, grande quanto una pietra, squadrata con iscrizione incisa.
Stato di conservazione:
Ottimo
Ente preposto alla conservazione:
Comune di San Severino Marche
Notizie e contestualizzazione storica:
David Bivash, ebreo apolide, nacque a Salonicco (Grecia) il 1° giugno 1890. Si trasferì in Italia nel 1926 a Napoli, dove si sposò con la sua amata Ida Saltiel, che gli diede due figli: Ester e Alberto. Successivamente scappò dal capoluogo campano da un rastrellamento delle “SS”, dove svolgeva il lavoro di commerciante all’ingrosso di calze.
Arrivò a San Severino Marche, che si colloca tra le città di Macerata e Camerino, nel settembre del 1940 in conseguenza delle leggi fasciste “a difesa della razza italiana”, come “internato a piede libero” con l’intera famiglia.
Bivash venne arrestato proprio nella città di San Severino Marche il 30 novembre del 1943 insieme ai suoi familiari e ad altri ebrei di varie nazionalità ed internato nel campo di sterminio di Auschwitz, dove verrà ucciso. I figli e la moglie si salvarono dalle camere a gas grazie a un ignoto parroco della frazione rurale di Stigliano, che li ospitò nella canonica per poi affidarli a una famiglia di contadini del luogo che li nascose durante tutto l’inverno proteggendoli dalle scorribande dei nazisti. Sopravvissero anche grazie all’aiuto dei partigiani della Brigata Mario, che operavano sulle montagne del San Vicino, la stessa zona in cui era presente, per coordinare le azioni militari e portare cibo, denaro e armi ai combattenti e ai civili chi li sostenevano, Enrico Mattei, il comandante dei “ribelli per amore”, come erano chiamati i partigiani cattolici.
Proprio a San Severino Marche, che fu una delle poche in Italia a non essere liberata dagli alleati, ma dai partigiani, allo stesso modo, erano rifugiati in quel periodo anche altri nuclei familiari di ebrei fuggiti dalle persecuzioni: oltre a quello del romano Mosè Di Segni, il medico che curava i partigiani, anche le famiglie di Joseph Noah (deportato a Bergen Belsen da cui fece fortunatamente ritorno), del milanese Arturo Lombroso e del polacco Pinkas Schmier.
In occasione della Giornata della Memoria, la Città di San Severino Marche, che detiene la “Medaglia d’Oro al Merito Civile per la partecipazione alla lotta partigiana”, per iniziativa della sezione settempedana dell’ANPI “Cap. Salvatore Valerio” e dell’Amministrazione comunale, ha deciso di onorare il ricordo delle vittime della Shoah dedicando una doppia commemorazione all’ebreo David Bivash.

Contenuti

Iscrizioni:
QUI ABITAVA
DAVID BIVASH
NATO 1890
ARRESTATO 30.11.1943
DEPORTATO
AUSCHWITZ
ASSASSINATO
Simboli:
Non sono presenti simboli.

Altro

Osservazioni personali:
La volontà di inserire una pietra d’inciampo nel suolo di una piccola cittadina come quella di San Severino Marche, che ha vissuto, comunque, microstorie degne di essere ricordate, dimostra il desiderio di non dimenticare e di fare memoria di quanto di drammatico sia avvenuto durante la Seconda Guerra mondiale, soprattutto con l’attuazione della Shoah.
Si tratta della prima pietra d’inciampo della provincia di Macerata; auspichiamo che vengano rintracciate altre storie locali da ricordare attraverso la testimonianza di monumenti commemorativi, che onorino la memoria di chi è stato vittima della persecuzione nazifascista.

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