276213 - Pietra d’inciampo a ricordo di Alvaro Filippi – Milano

La pietra d’inciampo a ricordo di Alvaro Filippi si trova in viale Certosa a Milano.
Le pietre d’inciampo o stolpersteine, furono ideate dall’artista tedesco Gunter Demnig; sono cubetti di porfido con la faccia a vista ricoperta in ottone su cui sono incisi: nome, date e luoghi di nascita e morte del caduto, per tramandare la memoria delle persone deportate, fatte morire o uccise nei lager nazisti.

Posizione

Nazione:
Regione:
Provincia:
Comune:
Frazione:
zona Musocco
Indirizzo:
viale Certosa 97
CAP:
20151
Latitudine:
45.49402521191
Longitudine:
9.1424170659771

Informazioni

Luogo di collocazione:
Marciapiede di fronte a quella che fu la sua abitazione.
Data di collocazione:
13 Marzo 2025
Materiali (Generico):
Ottone, Pietra
Materiali (Dettaglio):
Cubetto di porfido ricoperto da una piastra di ottone sulla faccia superiore, su cui è incisa la dedica. Misura della piastra in ottone: 10x10 cm.
Stato di conservazione:
Ottimo
Ente preposto alla conservazione:
Comune di Milano
Notizie e contestualizzazione storica:
Alvaro Filippi
figlio di Amilcare e Amalia Marani, nacque a Milano il 23 aprile 1924.
Sperando di sfuggire alle persecuzioni dei fascisti, la sua famiglia dalle Marche si rifugiò a Milano fissando la residenza in viale Certosa 97.
Fin da giovane Alvaro aderì alla cellula comunista della zona 'Cagnola'.
Diciannovenne aderì all’organizzazione 'Fronte della Gioventù' di Eugenio Curiel, diventò un combattente della Resistenza e già nel 1944 col nome di battaglia 'Parpaglia' fu parte del Comando Raggruppamento Garibaldi, in cui si distingue per le sue azioni valorose nella 3a Brigata SAP Garibaldi il cui vice comandante, Annibale Capucci testimonierà:
“Conobbi il Filippi nel novembre del ’43, durante un’azione presso la filiale dell’Alfa Romeo di via Emanuele Filiberto che ci fruttò due autotreni e una vettura tedesca”.

Alvaro Filippi partecipò a numerose azioni di sabotaggio, di al disarmo di fascisti, al lancio ed alle affissioni di manifesti di propaganda antifascista che nel dicembre del 1944 gli valsero la nomina a capo squadra.
Ma dopo le confessioni estorte da un compagno arrestato, il 22 dicembre 1944 fu arrestato a Salò dagli agenti della Squadra Autonoma Muti che lo rinchiusero a San Vittore.
Giorni dopo fu consegnato ai tedeschi che lo rinchiusero nel campo di transito di Bolzano, in attesa del 'Trasporto 119' del primo febbraio 1945 con cui fu deportato a Mauthausen.
Gli fu assegnata la matricola 126181.
Il 16 febbraio 1945 fu trasferito a Gusen, ma il 23 aprile del 1945, ammalatosi gravemente fu inviato nella baracca chiamata infermeria, dove il 26 aprile del 1945 fu assassinato all'età di 21 anni.

TESTIMONIANZE

Resoconto:
GLORIA AL GARIBALDINO FILIPPI ALVARO (Parpaglia)


Il compagno FILIPPI Alvaro (Parpaglia) era nato a Milano il 25 Aprile 1924. Nonostante la sua giovine età si era già distinto in numerose ed importanti azioni. Come Comunista apparteneva alla Cellula di strada CAGNOLA 2 Settore 3a Zona, come Sappista apparteneva alla Gloriosa 3a Brigata S.A.P. comandata dal compianto glorioso MAURO BOTTA. Numerose furono le azioni che, egli in qualità di capo squadra del Primo Distaccamento di detta Brigata, assieme ad altri compagni, aveva portato a termine, tra 1'altro: azioni di disarmo, atti di sabotaggio, lancio ed affissioni di manifestini, soppressione di spie ecc. ecc. a Tale attività lo svolse con grande audacia e manifesto sprezzo del pericolo, sorretto sempre da una grande fede patriotica, di sano orgoglio di GARIBALDINO.
La sua piena attività fu troncata troppo presto; infatti in seguito all'arresto ed alla conseguente delazione e tradimento di un'indegno compagno (Arrigo Ferrario detto Faustino) la mattina del 22.12.944 gli sgherri della muti, lo trassero in arresto inviandolo a S.Vittore, assieme ad altri compagni. Anche qui si dimostrò un degno compagno, mantenendo sempre un contegno sprezzante, infatti né le minacce, né le percosse, né i maltrattamenti e nemmeno le blandizie, valsero a farlo smuovere dal suo fermo contegno e non una sillaba, non una parola che potesse nuocere ai compagni e ai Garibaldini uscì dalla sua bocca. I criminali fascisti lo assegnarono ai campi di concentramento in Germania e precisamente a quello di Mauthausen. Lì il caro Alvaro, doveva trovare barbara morte, proprio alla vigilia della liberazione quando già un barlume di speranza e di libertà stava per tramutarsi in certezza.

Ecco infatti come racconta la sua fine il compagno TRIVINI BELLINI (Franco) reduce dopo cinque mesi di prigionia al campo di Mauthausen. ALVARO FILIPPI, la mattina del 23.4.945 non sentendosi pii in grado di reggersi in piedi, si faceva trasportare in infermeria per una visita di controllo, ivi veniva riconosciuto ammalato gravemente e veniva ricoverato nella baracca apposita. Ma per ragioni che ancora rimangono sconosciute, un triste figuro polacco, guardiano dell'infermeria, gli vibrava due colpi di scure sul cranio, abbattendolo esanime.

Così fu stroncata la giovane e gloriosa vita del nostro comp. ALVARO.
Il comp. Trivini Bellini assicura che l'ALVARO, sin dall'inizio dell'arresto e durante la prigionia si comportò magnificamente come compagno e come Patriota; sprezzante verso i nemici nazi-fascisti; benevolo verso tutti i compagni di prigionia e meritandosi la più grande stima e ammirazione di tutti gli internati in quel maledetto campo di Mautausen, TANTO CHE LA SUA TRAGICA MORTE, DESTÒ IN LORO UN GRANDE ORGOGLIO.

ALVARO!
I tuoi compagni che ti hanno conosciuto ed ammirato, uniti alla tua famiglia, per la tua fine immatura, che non fu vana, questi compagni migliori traggono la fede e la forza onde raggiungere la meta comune che tu vivente, primo tra i Primi additasti a molti di noi.

Appena rientrato da Mauthausen dopo 5 mesi di prigionia in quei terribili particolari campi, il Compagno TREVINI BELLINI (FRANCO) ci ha raccontato i particolari del1a tragica morte a avvenuta in quel luogo del valoroso FILIPPI ALVARO (Parpaglia).
Costui la mattina del 23.4.45, non sentendosi in grado di reggere alle fatiche lavoro si recava in infermeria per una visita di controllo. Ivi veniva riconosciuto e quindi ricoverato, poi per ragioni che ancora rimangono oscure, un criminale polacco, di guardia all'infermeria, gli vibrava due colpi di scure sul cranio, abbattendo esanime, stroncandogli così la intemerata giovinezza, proprio alla vigilia della liberazione.
Il TREVINI BELLINI riferisce pure che il FILIPPI a sin dall'inizio dell'arresto e durante la prigionia si comportò magnificamente; come Compagno e come Patriota; sprezzante verso i nemici e gli sgherri nazi-fascisti e tale contegno gli li meritò la stima e l'ammirazione di tutti gli internati in quel campo, tanto che la sua morte ha destato profondo cordoglio.
Il FILIPPI ALVARO (Parpaglia), era nato a Milano il 25.4.1924. e malgrado la sua giovane età si era già distinto in numerose ed importanti azioni; come Comunista apparteneva alla cellula CAGNOLA, come Sappista appartenne alla gloriosa III Brigata S.A.P comandata dal compianto MAURO BOTTA.

Numerose furon le azioni che egli in qualità di Capo Squadra del Primo Distaccamento di detta Brig. Assieme ad altri Compagni aveva portato termine, tra 1'altro azioni di disarmo atti di sabotaggio, lancio e affissioni di manifesti, soppressioni di spie ecc.
Tale attività la svolse con grande audacia ed evidente sprezzo del pericolo proprio da prode Garibaldino.
Povero ALVARO! Ma il destino ti stava giocando una trama mortale.
In seguito all'arresto a ed alla conseguente delazione e tradimento di un Compagno () la mattina del 22.12.44 gli sgherri della Muti lo trassero in arresto inviandolo a San Vittore assieme altri ad Compagni. Durante la permanenza del carcere mantenne un contegno fiero e sprezzante, infatti, né le minacce, né le percosse, né i maltrattamenti e nemmeno le blandizie valsero a farlo smuovere del suo fermo contegno e non una sillaba, non una parola che potesse nuocere ai Compagni gli usciva dalla bocca.
Infine lo assegnarono ai campi di concentramento in Germania e precisamente a quello di Mauthausen. Ed ivi doveva trovare una barbara morte proprio alle vigilia della Liberazione, quando già il barlume della speranza e della 1ibertà stava tramutandosi in certezza.
La tua famiglia, i tuoi Compagni che ti hanno conosciuto ed ammirato e quanti ti vollero bene, piangono sconsolati la tua fine immatura, ma dal tuo sacrificio che non fu vano: i Compagni migliori traggono la fede e la forza onde raggiungere la meta comune, che tu vivente, primo tra i primi ci additasti.

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Il sottoscritto Vice Comandante della III Brigata S.A.P. CAPUCCI Annibale (Marino) dichiara di aver conosciuto il compagno FILIPPI ALVARO (Parpaglia) il Novembre 1943, durante un' azione armata in via Emanuele Filiberto (filiale Alfa Romeo) che fruttò alla nostra organizzazione armata n.2 Autotreni e n,1 Vettura tedesca.
Subito dopo coi Garibaldini Capucci Annibale a Rino, Casi Emilio, Montorio Rino, fu Ferrari Arrigo e Filippi Alvaro, De Giuseppe Mario, Zian Giuseppe, comandati da Marino, potevano recuperare presso Musocco casse si munizioni, una pistola in possesso di un fascista.
Nell'inverno alla primavera 1944, i suddetti Garibaldini fecero diverse azioni di disarmi e sabotaggi. Con scritti e lanci di manifestini di propaganda contro i nazi fascisti.
Nel Maggio 1944 ancora i compagni Garibaldini eseguivano azioni di disarmo in viale Certosa, ove veniva recuperato un moschetto. Presenti all'operazione Cappucci Annibale, Casè Emilio. De Giuseppe Mario. Filippi Alvaro, Zian Giuseppe, Ferrari Arrigo.
Nell'ottobre 1944 i garibaldini Filippi Alvaro, Bozzetti Antonio, Montorio Rino, Sciarila, Cappucci Annibale, in un'azione armata eseguivano la soppressione di una spia fascista in viale Certosa.
Per ardimento nelle azioni che prese parte, Filippi Alvaro fu nominato capo-squadra e nel dicembre 1944, insieme al comandante della terza brigata SAP. comp. Botta ed il vice comandante Marino eseguiva un'azione di disarmo sul tram n.6 sul corso Sempione di un sottufficiale delle S.S. Tedesche.
Due giorni dopo, sul tram 14 in via Cenisio, Filippi Alvaro, coi Garibaldini Capucci Gino, Marchetti Edmondo, disarmavano due fascisti.
Poi le altre 12 azioni armate e di disarmo eseguite, delle quali non ricordo la data, dal caposquadra Filippi Alvaro con i suoi Garibaldini.
In seguito all'arresto del Garibaldino Ferrari Arrigo (Faustino) che palesò il nome dei suoi compagni, il giorno 22 dicembre 1944 fu arrestato il compagno Filippi Alvaro (Parpaglia) che poi venne deportato nel campo di eliminazione di Mauthausen, dove decedette per mano assassina il giorno 29.4.945.


In fede il vice comandante della III Brigata. Cappucci Annibale Marino.
(firma)

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Oltre che da questa pietra d'inciampo, Alvaro Filippi è ricordato anche con:
  • Lastra in memoria di Alvaro Filippi viale Certosa – Milano
  • Lastra ai Caduti per la Libertà, piazza Santorre di Santarosa - Milano
  • Ai Caduti per la Libertà: Loggia dei Mercanti – Milano (lastra 08)
  • Ai Caduti per la Libertà: Campo della Gloria (campo 64) Cimitero Maggiore – Milano (Cippo E3 Lastra 4)
  • Monumento ai Caduti nei Lager in Germania, Cimitero Monumentale – Milano (lastra C)

    FONTI
  • A.N.P.I. Milano: Alvaro Filippi
  • A.N.P.I. Milano: scheda con ritratto
  • Progetto Pietre d'inciampo

    APPROFONDIMENTI
  • Pietredellamemoria: Lastra in memoria dei detenuti di San Vittore – Milano
  • wikipedia: Legione Autonoma Ettore Muti
  • ANED: Mauthausen
  • Contenuti

    Iscrizioni:

    QUI ABITAVA
    ALVARO FILIPPI
    NATO 1924
    ARRESTATO 22.12.1944
    DEPORTATO MAUTHAUSEN
    ASSASSINATO 26.4.1945
    GUSEN


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