262943 - Pietra d’inciampo a ricordo di Davide Giuseppe Diena – Torino

La «pietra d’inciampo» a ricordo di David Giuseppe Diena è stata deposta a Torino il 14 gennaio 2016 in via Giuseppe Mazzini 12, di fronte alla abitazione dove visse. La Pietra è stata collocata su iniziativa degli Enti promotori e della Città di Torino.
David Giuseppe Diena era nato a Carmagnola, in provincia di Torino, il 16 dicembre del 1883, figlio di Giacobbe ed Anna Sacerdote. Dopo essersi laureato in Medicina e Chirurgia, prese parte come ufficiale volontario alla prima guerra mondiale. Tornato a Torino dopo la guerra, riprendeva l’attività di medico e di docente universitario, ma intraprendeva anche attività politica avversa al regime fascista e nazista. Venne arrestato a Torino dai tedeschi il 29 agosto del 1944, tradotto in carcere e poi trasferito nel campo di Bolzano. Il 14 dicembre del 1944 venne deportato da Bolzano a Flossenbürg, in Germania, dove morì, assassinato a bastonate dai nazisti per aver prestato soccorso medico ai compagni di prigionia, il 2 marzo del 1945.

Quello delle pietre d’inciampo è un progetto europeo per tenere viva la Memoria di tutti i deportati nei campi di concentramento e di sterminio nazisti che non hanno fatto ritorno alle loro case.

Visualizza la mappa

Posizione

Nazione:
Regione:
Provincia:
Comune:
Frazione:
Indirizzo:
Via Giuseppe Mazzini, 12
CAP:
10123
Latitudine:
45.0628083
Longitudine:
7.6838979

Informazioni

Luogo di collocazione:
Lastricato del marciapiede sotto i portici antistanti via Mazzini 12, dove David G. Diena visse
Data di collocazione:
14 Gennaio 2016
Materiali (Generico):
Ottone, Pietra
Materiali (Dettaglio):
Blocco in porfido ricopert da una piastra di ottone posta sulla faccia superiore. Misura della piastra in ottone: 10x10 cm.
Stato di conservazione:
Ottimo
Ente preposto alla conservazione:
Informazione non reperita
Notizie e contestualizzazione storica:
David Giuseppe Diena era nato a Carmagnola, in provincia di Torino, il 16 dicembre del 1883, figlio di Giacobbe ed Anna Sacerdote. Dopo essersi laureato in Medicina e Chirurgia, nel 1909 fu uno dei fondatori della Società Italiana di Gastroenterologia. Ufficiale volontario durante la Prima guerra mondiale, chiese di combattere in prima linea.
Tornato a Torino, Diena s'impegnò particolarmente nella Croce Verde, un'istituzione sociale che, allora, era molto attiva nell'assistenza agli emigrati, agli ammalati e agli operai. Agli albori del fascismo, aderì al movimento Democrazia Sociale, una piccola formazione politica sorta da una scissione del Partito radicale. Nel 1928, Diena ottenne la libera docenza all'Università di Torino. Frequentava ambienti antifascisti e, nel 1938, l'illustre clinico (che aveva sposato la cattolica Elettra Bruno) fu parzialmente colpito dalle leggi razziali: poté, infatti, continuare ad esercitare la sua professione, a condizione di avere in cura soltanto pazienti ebrei. Nel 1942 (gli era stato trovato in casa un opuscolo considerato antitedesco), David Giuseppe Diena fu arrestato con uno dei figli, Giorgio, rinchiuso alle "Nuove" e denunciato al Tribunale speciale. Rilasciato dopo sei mesi, Diena riprese in qualche modo la sua attività, sino all'8 settembre 1943. Con l'armistizio, pensando di sfuggire così alle persecuzioni dei nazifascisti, il professore si rifugiò con la moglie sulla collina torinese, a Cavoretto, mentre i figli, Giorgio e Paolo, prendevano la strada della montagna per unirsi alle prime formazioni partigiane. Per il clinico torinese la precauzione non fu sufficiente. Arrestato dai nazifascisti il 29 agosto 1944, alle spalle di Giuseppe Diena si chiudevano, il 22 settembre, i cancelli del campo di concentramento di Bolzano. Tre mesi dopo: la deportazione a Flossenbürg (convoglio n. 20, partito il 14/12/1944 ). Nel lager tedesco, il medico si prodigò per assistere i compagni di prigionia, sino a che i nazisti lo assassinarono a bastonate.
Nel campo di concentramento gli viene assegnato il numero di matricola 40061. Era conosciuto in famiglia con il soprannome di "zio Pin".
Come affermato dalla Storica Barbara Berruti nel suo bel discorso alla posa della Pietra in via Mazzini 12, il dottor Giuseppe Diena non fu solo una vittima della guerra e della persecuzione contro gli ebrei, ma fu un uomo che in un momento grave della storia con coerenza e con forza operò delle scelte etiche (nel senso del “tendere a operare il bene” per i propri simili) e politiche. Egli continuò fino all’ultimo a prestare servizio e aiuto ai compagni di deportazione, prima nell’infermeria del Lager e poi nel campo stesso fino alla sua barbara uccisione. Il figlio Paolo, medico anche lui, seguì l'esempio del padre, aderì alla Resistenza e come il padre morì assistendo e curando.

Le pietre d'inciampo (in tedesco Stolpersteine) sono un'iniziativa dell'artista tedesco Gunter Demnig per depositare, nel tessuto urbanistico e sociale delle città europee, una memoria diffusa dei cittadini deportati nei campi di sterminio nazisti: un piccolo blocco quadrato di pietra (10×10 cm), ricoperto di ottone lucente, posto davanti la porta della casa nella quale ebbe ultima residenza un deportato nei campi di sterminio nazisti: ne ricorda il nome, l’anno di nascita, il giorno e il luogo di deportazione, la data della morte.

Contenuti

Iscrizioni:
QUI ABITAVA
GIUSEPPE DAVIDE
DIENA
NATO 1883
ARRESTATO 29.8.1944
DEPORTATO 14.12.1944
FLOSSENBURG
ASSASSINATO 2.3.1945
Simboli:
Informazione non reperita

Altro

Gallery