263804 - Pietra d’inciampo a ricordo di Lodovico Petit Bon – Milano

La pietra d’inciampo in ricordo di Lodovico Petit Bon si trova in via Monterotondo 9.
Le pietre d’inciampo (stolpersteine) furono ideate dall’artista tedesco Gunter Demnig per tramandare la memoria delle persone deportate, fatte morire o uccise nei lager nazisti.
Sono cubetti di porfido con la faccia a vista ricoperta in ottone su cui sono incisi il nome del caduto e date e luoghi di nascita e di morte.

Visualizza la mappa

Posizione

Nazione:
Regione:
Provincia:
Comune:
Frazione:
Niguarda
Indirizzo:
Via Monterotondo, 9
CAP:
20162
Latitudine:
45.5145796
Longitudine:
9.1948197

Informazioni

Luogo di collocazione:
Marciapiede di fronte a quella che fu la sua abitazione.
Data di collocazione:
2023
Materiali (Generico):
Ottone, Pietra
Materiali (Dettaglio):
Cubo di porfido (10x10 centimetri) con placca in ottone nella parte a vista.
Stato di conservazione:
Buono
Ente preposto alla conservazione:
Informazione non reperita
Notizie e contestualizzazione storica:

  • Lodovico Petit Bon
    figlio di Telesforo, nacque il 15 ottobre 1900 a Villa Minozzo, sull'appennino tosco-emiliano in provincia di Reggio Emilia.
    Discendeva dalla famiglia francese Petit Bon del Pujsaye, originaria della Borgogna.
    Nella Grande Guerra fu sottotenente medico nel Corpo Sanitario del Regio Esercito, per diventare in seguito tenente medico e prestare servizio attivo in permanenza.
    Solo ventenne vide formarsi il P.C.I. e per il Congresso di Livorno organizzò la Federazione Provinciale di Reggio Emilia. Scrisse articoli contro il regime su “Il Lavoratore Comunista” diventando bersaglio di frequenti aggressioni fasciste. Per sottrarsi ai crescenti rischi che ciò faceva presagire, tra il 1924 ed il 1928 si trasferì a Bologna, ad Aosta ed a Torino dove essendo stato arrestato come sovversivo e dovette tornare a Reggio Emilia.
    Inizialmente tentò di fuggire all'estero, ma dall’ottobre 1928 abitò a Milano, inizialmente da suo zio Luigi Cattaneo e dall’ottobre 1933 nella casa di via Monterotondo, dove viveva sua moglie Maria Magni di professione sarta, che gli diede i tre figli Valentino, Giampiero e Vittorio.
    Grazie al cognato Paolino Magni, nel 1936 fu assunto in qualità di fresatore dalle Officine Breda di Sesto San Giovanni (in provincia di Milano).
    Divenne sindacalista e membro della 108a Brigata Garibaldi D. Martelosio nella quale fu tra gli organizzatori degli scioperi del marzo 1944.
    Nella notte tra il 12 e il 13 marzo 1944 fu arrestato dalle SS ed imprigionato in uno dei "bracci tedeschi" del carcere milanese di San Vittore, con numero di matricola 1864. Fu trasferito nella Caserma Umberto I di Bergamo da cui col convoglio 34, partì il 16 marzo 1944 per giungere Mauthausen il 20 marzo 1944 con matricola 59055.
    Fu trasferito a Gusen e nuovamente a Mauthausen dove il 29 aprile 1944, morì all'età di 43 anni.

    Oltre che con questa pietra d'inciampo, Lodovico Petit Bon è ricordato:
  • sulla lapide dedicata 'Ai martiri della liberazione di Niguarda', via Paulucci di Calboli Fulcieri, 1 Milano;
  • sul monumento 'Ai Caduti Niguardesi', piazza Gran Paradiso, Milano;
    e con la strada che gli ha intitolato la città di Reggio Emilia:
  • via Lodovico Petit Bon.

    APPROFONDIMENTI:
  • wikipedia: Niguarda
  • Contenuti

    Iscrizioni:

    QUI ABITAVA
    LODOVICO
    PETIT BON
    NATO 1900
    ARRESTATO 13.3.1944
    DEPORTATO
    MAUTHAUSEN
    ASSASSINATO 29.4.1944

    Simboli:
    Informazione non reperita

    Altro

    Osservazioni personali:
    Informazione non reperita

    Gallery