254727 - Pietra d’inciampo dedicata a Bruno De Benedetti – Genova

Pietra d’inciampo a ricordo di Bruno De Bendetti. Si trova in in Via Mameli, 1 a Genova.
Le pietre d’inciampo (stolpersteine) furono ideate dall’artista tedesco Gunter Demnig per tramandare la memoria delle persone deportate, fatte morire o uccise nei lager nazisti.

Staff Pietre: questa pietra d’inciampo è stata censita in collaborazione con la Scuola Media Colombo di Genova nel Concorso Esploratori della Memoria – Anno Scolastico 2023/2024

Posizione

Nazione:
Regione:
Provincia:
Comune:
Frazione:
Indirizzo:
Via Mameli, 1, Genova
CAP:
16122
Latitudine:
44.412063441163
Longitudine:
8.9378336435286

Informazioni

Luogo di collocazione:
Marciapiede antistante il portone d'ingresso del palazzo.
Data di collocazione:
24 Ottobre 2022
Materiali (Generico):
Ottone, Pietra
Materiali (Dettaglio):
Blocco quadrato di pietra con placca in ottone, nella parte a vista.
Stato di conservazione:
Buono
Ente preposto alla conservazione:
Informazione non reperita
Notizie e contestualizzazione storica:
"Como. In una macchina ci sono due contrabbandieri e sei passeggeri infagottati, un uomo è fuori in lacrime che saluta… non si vedranno mai più. Sono: padre madre e cinque figli. Ebrei di Genova. Si trovano lì dopo una difficile decisione. Fuggire in Svizzera. Ecco chi sono e come ci sono arrivati. Facciamo un passo indietro… A Genova i De Benedetti abitano in via Mameli. L’8 settembre 1938 apprendono la notizia della promulgazione delle leggi razziali, che comprendono l’esclusione degli ebrei dalle scuole. La mamma, Bice, è una delle prime donne laureate in Italia, in Economia. Insegna matematica alla Duchessa di Galliera. Non potrà più andarci. Franca ha appena preso il diploma al liceo classico Colombo e non potrà iscriversi all’Università. […] Bruno, il figlio maggiore, nel 1938 ha 27 anni, è pediatra e già esercita come medico. Non solo si sente italiano: è fascista e quando escono le leggi razziali chiede per sé (e per i genitori) la cosiddetta “discriminazione”. Forse capendo la gravità della situazione, Bruno fa alcune mosse che avrebbero potuto (nei suoi calcoli) “metterlo al riparo” insieme ai suoi cari. In fondo a un documento sulla valutazione della sua condotta si legge: “Da sei mesi ha abbracciato la religione cattolica”. Quindi dall’ottobre del 1938, non molto tempo dopo le leggi razziali. In quegli anni si sposerà anche con una “goj” (non ebrea), Armanda Martelli, un matrimonio molto osteggiato in famiglia (infatti non ve n’è traccia) tanto che nessuno ne parlerà mai più. Comunque Bruno ottiene la “discriminazione”. Può continuare ad esercitare la professione di medico, ma questa “esenzione” non lo salverà dalle persecuzioni. Niente lo salverà. Forse capendo la gravità della situazione, Bruno fa alcune mosse che avrebbero potuto (nei suoi calcoli) “metterlo al riparo” insieme ai suoi cari. In fondo a un documento sulla valutazione della sua condotta si legge: “Da sei mesi ha abbracciato la religione cattolica”. Quindi dall’ottobre del 1938, non molto tempo dopo le leggi razziali. Passa qualche anno, inizia la guerra. Nell’autunno del 1942 uno dei più massicci bombardamenti aerei su Genova colpisce anche la casa dei De Benedetti. Decidono di non rimanere in città. La porta di casa viene inchiodata e l’interno preservato per il ritorno dal fidato portinaio. […] Bruno viene arrestato a Como il 2 dicembre del 1943. Internato a Fossoli vi resterà fino alla chiusura del campo. In quel periodo la moglie Armanda scrive (invano) diverse lettere per tentare di farlo liberare.
A questo link si può leggere la storia di Bruno De Benedetti e della sua famiglia, con numerose informazioni e diverse foto della famiglia: https://www.corriere.it/cultura/shoah-storia-di-bruno-de-benedetti-deportato-ad-Auschwitz/
"Oggi onoriamo la memoria di Bruno De Benedetti, pediatra di origini ebraiche morto nel 1944 nel campo di concentramento di Kaufering", commenta il sindaco, Marco Bucci. "In via Mameli è stata posata una pietra d'inciampo di fronte alla vecchia abitazione dei genitori, un'opera incastonata nel marciapiede - prosegue Bucci - per lasciare un ricordo indelebile di un uomo che attraverso 150 lettere inviate alla moglie ha raccontato gli orrori della prigionia" (https://www.genovatoday.it/cronaca/pietra-bruno-de-benedetti.html).

Contenuti

Iscrizioni:
QUI ABITAVA
BRUNO
DE BENEDETTI
NATO 1911
ARRESTATO 2.12.1943
DEPORTATO
AUSCHWITZ
ASSASSINATO 31.12.1944
DACHAU - KAUFERING
Simboli:
Informazione non reperita

Altro

Osservazioni personali:
Informazione non reperita

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