Posizione
- Nazione:
- Italia
- Indirizzo:
- Via dell'Oldo
- CAP:
- 42023
- Latitudine:
- 44.7705555
- Longitudine:
- 10.5744655
Informazioni
- Luogo di collocazione:
- Area dedicata al lato della strada
- Data di collocazione:
- Ricollocamento nel 1985.
- Materiali (Generico):
- Marmo, Pietra, Altro
- Materiali (Dettaglio):
- Marmo per l'intero cippo. Graniglia di pietra per la pavimentazione dell'area sui cui è collocato il manufatto. Cemento per il retrostante muretto di protezione. Metallo argentato per il vaso portafiori. Ferro per i due paletti antistanti l'area.
- Stato di conservazione:
- Sufficiente
- Ente preposto alla conservazione:
- Informazione non reperita
- Notizie e contestualizzazione storica:
- Il 13 Luglio 1944, nei pressi di Castelnuovo Sotto (Re), i partigiani giustiziano il milite scelto della G.N.R. (Guardia Nazionale Repubblicana) Bruno Uccelli. Il Comando della 79a Legione della G.N.R., guidato dal colonnello Anselmo Ballarino, dietro ordine del Capo della Provincia di Reggio Emilia, Enzo Savorgnan e del segretario federale del P.F.R. (Partito fascista repubblicano) Armando Wender, organizza per il giorno successivo un rastrellamento a Castelnuovo Sotto e dintorni per cercare d'individuare i responsabili dell'agguato. Oltre all'impiego dei militi della Compagnia O.P. (Ordine Pubblico) della G.N.R., vengono messi a disposizione anche gli agenti della squadra politica della Questura, agli ordini del loro comandate, il vicecommissario Gioacchino Pelliccia, già tenente della Regia aeronautica (1). L'azione dura l'intera giornata ma non frutta i risultati sperati. Il partigiano Licinio Tedeschi, ritenuto tra gli autori dell'uccisione dell'Uccelli, risulta latitante e a niente serve il fermo del padre e della fidanzata. Sono invece catturati sei renitenti alla leva repubblicana e quattro uomini accusati di far parte o di essere conniventi con i partigiani. Quest'ultimi sono il professor Germano Manghi, nato il 18 Aprile 1915; il professor Giuseppe Tagliavini, nato il 13 Giugno 1913; il dottor Paolo Tagliavini, nato il 24 Gennaio 1910, cugino del precedente e il maestro Olindo Cervi, nato il 1° Aprile 1917, tutti residenti a Campegine (Re). Solo quest'ultimo (omonimo dei più noti 7 fratelli fucilati dai fascisti il 27 Dicembre 1943 nel Poligono di Tiro di Villa Ospizio, nell'allora periferia di Reggio Emilia) è legato al movimento resistenziale (2). Sono stati denunciati dal locale segretario del P.F.R. come sospetti “comunisti” ed arrestati nelle loro abitazioni dagli agenti del Pelliccia e caricati su di un camion.
Nei pressi di Cadelbosco Sopra, lungo una strada che corre parallela lungo le rive del torrente Crostolo, l'automezzo improvvisamente si ferma. Pelliccia ordina ai quattro arrestati di scendere e ognuno, preso a braccetto da un agente, viene condotto in aperta campagna e trucidato a raffiche di mitra. In questo modo si vuole giustificare la loro uccisione come un disperato tentativo di fuga.
Particolarmente efferata risulta l'uccisione del professor Manghi da parte del fascista Enzo Foscato: colpito alle gambe, la vittima si è rialzata per essere colpita al petto, ma il suo carnefice gli sputa in faccia e, dopo averlo colpito un calcio in maniera tanto violenta da gettarlo a terra, bocconi, messogli un piede sopra, gli scarica l'arma addosso.
Gli altri agenti responsabili delle uccisioni sono Emilio Orlandini per Giuseppe Tagliavini, Athos Fortelli per Paolo Tagliavini e William Montanari per Olindo Cervi (3). Pelliccia provvede personalmente a dare il colpo di grazia alle vittime.
Questa tragica farsa verrà sostenuta pure dal colonnello Ballarino in un documento ufficiale (4), ma la verità sull'eccidio e sulle singole responsabilità verranno fuori anche grazie al processo della Corte d'assise speciale di Bologna tenutosi nel 1950.
Oltre alla ritorsione per l'uccisione dell'Uccelli, la fucilazione dei quattro uomini è da ricercarsi nel fatto di essere considerati degli intellettuali che non si sono allineati con il Fascismo repubblicano, contribuendo con la loro presa di posizione a delegittimarne la già fragile autorità.
NOTE:
(1) Guerrino Franzini “Storia della Resistenza reggiana”, A.N.P.I. Reggio Emilia, Tecnostampa, Reggio Emilia 1966 pag. 233 e n. 16. Massimo Storchi “Il sangue dei vincitori. Saggio sui crimini fascisti e i processi del dopoguerra (1945-46), Aliberti editore, Reggio Emilia 2008 pagg. 167/69, 251/62.
(2) Già tenente nel Regio esercito; incluso tra i Caduti della 77a Brigata Garibaldi S.A.P. (Squadre di Azione Patriottica) “Fratelli Manfredi” con il nome di battaglia di “Olindo”. Fonte Istoreco (Ist. Storico della Resistenza di Reggio Emilia).
(3) Dalla testimonianza di un membro della “Banda Pelliccia” presente ai fatti. M. Storchi, opera citata pagg. 168/69, 186 n. 15.
(4) Lettera del Comando Provinciale della G.N.R. n. 2947/B.3 di protocollo del 20 Luglio 1944. G. Franzini op. cit. pag. 233 n. 16. M. Storchi op. cit. pag. 167/68.
Contenuti
- Iscrizioni:
- FEDERAZIONE COMUNISTA
DI REGGIO E.
SESSIONE (sic) F.LLI CERVI
CAMPEGINE
OLINDO CERVI
1.4.1917 14.7.1944
QUI I FASCISTI
LO TRUCIDARONO
- Simboli:
- Sezione del P.C.I. del Comune di Campegine (Re)
Altro
- Osservazioni personali:
- Non mi è stato possibile appurare dove il cippo fosse stato collocato prima dell'attuale sistemazione.