Posizione
- Nazione:
- Italia
- Indirizzo:
- Via Castellaro
- CAP:
- 42012
- Latitudine:
- 44.8425129
- Longitudine:
- 10.7561517
Informazioni
- Luogo di collocazione:
- Lato strada, di fronte al numero civico 9, ai margini di una zona di parco recintato.
- Data di collocazione:
- Immediato dopoguerra
- Materiali (Generico):
- Bronzo, Marmo, Altro
- Materiali (Dettaglio):
- Granito per la struttura portante . Marmo per la croce. Bronzo per i caratteri che formano l’epigrafe, per i due punzoni di sostegno della croce e per la cornice che racchiude l’immagine del Caduto. Ceramica per il suo fotoritratto. Cemento per la suoletta di appoggio della croce e per il cordolo che delimita la superficie sui cui è stato eretta la lastra. Ferro per l’anello portafiori. Metallo per la struttura retrostante che tende la bandiera.
- Stato di conservazione:
- Ottimo
- Ente preposto alla conservazione:
- Comune di Campagnola Emilia
- Notizie e contestualizzazione storica:
- Nella notte tra il 14 e il 15 Aprile 1945, i Comandi partigiani furono informati che i fascisti avrebbero intrapreso un’azione di rastrellamento investendo i territori compresi tra i Comuni di Fabbrico (Re), Rio Saliceto (Re) e Campagnola Emilia. Subito vennero messi in allarme i vari Distaccamenti dislocati in questi territori che restarono in attesa dell’azione nemica.
Passata la notte, gli squadristi della XXX Brigata Nera si portarono a Campagnola Emilia e Ca’ de Frati (Rio Saliceto). In quest’ultima località e a Bettolino-Bernolda (Novellara) ingaggiarono delle scaramucce con i resistenti locali, che poi riuscirono a dileguarsi. Non si hanno notizie su eventuali perdite da parte fascista.
A Campagnola Emilia gli squadristi, agli ordini del tenente Alberto Lodini, catturarono 25 uomini, tra cui il parroco don Cantarelli e li condussero presso il locale presidio delle Brigate Nere per sottoporli agli interrogatori. Tre dei fermati, dopo l’interrogatorio, furono condotti in altrettanti punti del paese e fucilati, probabilmente a puro scopo intimidatorio giacché nessuno di questi era legato alle organizzazioni partigiane. Carlo Salati venne fucilato presso il muro di cinta di Villa Conti, Pierino Bellesia fu ucciso nei pressi del locale Ospedale, mentre Giovanni Piron, un militare fuggito da un campo di concentramento (o un soldato sbandatosi dopo l’Armistizio, non è ben chiaro) subì la stessa sorte nell’attuale Via C. Prampolini. Nell’azione fascista rimase ferito anche il civile Fermo Pignagoli. Gli altri prigionieri vennero lasciati liberi il giorno successivo.
• Carlo Salati, nato a Campagnola Emilia il 19 Ottobre 1920, ivi residente, muratore. Riposa nel Sacrario dei Caduti civili e partigiani del Cimitero di Campagnola Emilia. Sul cippo, sotto il proprio nome e cognome, figura lo pseudonimo di “Secondo”, facendo pensare ad una sua attività resistenziale, ma il Salati non risulta presente negli elenchi dei Caduti partigiani reggiani.
Carlo Salati è ricordato anche in altri luoghi:
• Lapide ai Martiri della Libertà, sotto i portici del Municipio di Campagnola Emilia.
• Sacrario dei Martiri della Libertà all’interno del Cimitero di Campagnola Emilia.
FONTI:
Guerrino Franzini “Storia della Resistenza Reggiana”, Anpi Reggio Emilia, Tecnostampa, Reggio Emilia 1966.
Banca dati dei Caduti in guerra nel sito dell’Istituto Storico della Resistenza e dell’Età contemporanea di Reggio Emilia (Istoreco) www.istoreco.re.it/
www.anpireggioemilia.it/
www.straginazifasciste.it
Contenuti
- Iscrizioni:
- QUI FU TRUCIDATO
CARLO SALATI
. SECONDO .
D’ANNI 24
DALLE BELVE FASCISTE
IL 15 . 4 . 1945
U.D.I.
Q.M.P.
- Simboli:
- Croce cristiana di marmo che costituisce la parte principale del monumento stesso.
Altro
- Osservazioni personali:
- Coordinate Google Maps:
44.8425129, 10.7561517