233244 - Targa commemorativa ed albero di ulivo in ricordo di Giovanni Palatucci

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Posizione

Nazione:
Regione:
Provincia:
Comune:
Frazione:
Villa potenza
Indirizzo:
Via Palatucci
CAP:
62100
Latitudine:
43.3206937
Longitudine:
13.4223714

Informazioni

Luogo di collocazione:
Area verde situata in via Palatucci, frazione di Villa Potenza, Macerata
Data di collocazione:
10 febbraio 2021
Materiali (Generico):
Bronzo, Marmo
Materiali (Dettaglio):
Cornice di marmo in cui è inserita una targa in bronzo, poggiante su alcune pietre disposte nel giardino davanti alla pianta di ulivo.
Stato di conservazione:
Ottimo
Ente preposto alla conservazione:
Amministrazione comunale Macerata
Notizie e contestualizzazione storica:
Lungo via Palatucci si trova un parco a lui intitolato, dove l'Amministrazione di Macerata ha deciso di piantare un ulivo e deporre una targa in onore di Giovanni Palatucci, che fu l'ultimo Questore della città di Fiume, riconosciuto "Giusto tra le Nazioni" per aver salvato circa cinquemila ebrei, fornendo loro una via di fuga dalle persecuzioni nazifasciste.Venne arrestato per delazione nel settembre 1944, deportato a Dachau dove morì il 10 febbraio 1945. Questo parco della rimembranza è stato istituito dal Comune di Macerata in contatto con l'Associazione Nazionale Giovanni Palatucci, che intende diffondere la memoria del Questore fiumano.

Contenuti

Iscrizioni:
Ulivo in memoria di Giovanni Palatucci, Questore reggente di Fiume, morto nel campo di concentramento di Dachau il 10 febbraio 1945
"Giusto tra le Nazioni"
Macerata, 10 febbraio 2021
Dono del comune di Macerata
Simboli:
Stemma del comune di Macerata sulla targa. L'albero di ulivo è simbolo della beatitudine di Giovanni Palatucci, proclamato beato da Papa Giovanni Palo II, oltre ad essere "Giusto tra le Nazioni"

Altro

Osservazioni personali:
Riteniamo altamente significativo l'aver creato nel parco a lui intitolato, uno spazio commemorativo dedicato alla figura di Giovanni Palatucci, che ha saputo dimostrare amore per il prossimo e rispetto per la vita degli ebrei, con coraggio e forte senso di solidarietà umana, al punto di accettare la sua deportazione a Dachau e morire lì il 10 febbraio 1945.

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