Posizione
- Nazione:
- Italia
- Indirizzo:
- Via Fratelli Piol
- CAP:
- Latitudine:
- 45.0711947
- Longitudine:
- 7.5172503
Informazioni
- Luogo di collocazione:
- Ad ogni incrocio di via Piol
- Data di collocazione:
- Informazione non reperita
- Materiali (Generico):
- Altro
- Materiali (Dettaglio):
- Targhe metalliche con iscrizione e cornice ad angoli smussati in colore blu.
- Stato di conservazione:
- Ottimo
- Ente preposto alla conservazione:
- Comune di Rivoli
- Notizie e contestualizzazione storica:
- I Piol: la famiglia proveniva da Limana, in provincia di Belluno. Come molte altre, dovette affrontare la strada dell’emigrazione per vivere e la loro meta fu, nel 1936, Rivoli, in una casa in via del Parco 10 nella zona di San Martino. Poi la famiglia si spostò in una casa in via Querro.
- Il 26 luglio 1943 muore Severino (nato a Belluno il 27.08.1922), vittima della violenza del custode della casa del fascio rivolese mentre tentava di abbattere il simbolo più rappresentativo del fascismo in città: le insegne della casa littoria. Con Severino cadeva Giuseppe Neirotti. Mamma Piol si chiedeva: «Il custode della casa del fascio li conosceva bene... come ha potuto sparare su questi ragazzi disarmati, prima su Neirotti e poi su mio figlio che cercava di disarmarlo?».
Quel mattino del giorno successivo alla caduta del fascismo, un gruppo di cittadini volle comunicare alla cittadinanza che il fascismo era caduto, eliminando tutti i simboli fascisti presenti in città: alla Stazione del trenino, in Municipio, alla Casa del Fascio di Via Piave, simboli che avevano per anni significato distruzione, demagogico imperialismo e bastonature.
Una ventina di operai dello stabilimento FAST giunse in Via Piave con l’intento di occupare la Casa del Fascio, in cui durante il ventennio molti rivolesi erano stati rinchiusi, picchiati e torturati perché oppositori del regime. Alcuni dei manifestanti entrarono nella palazzina e il custode, di nome Borcic, che era dentro, sentitosi minacciato prese la pistola e sparò contro di loro. Furono feriti gravemente Severino Piol, Giuseppe Neirotti e Giuseppe Meotto.
Arrivarono i carabinieri e un plotone di fanteria di stanza al Castello, presero sotto scorta il Borcic e lo portarono via perché la gente voleva linciarlo. Con un motofurgone i feriti furono trasportati all’ospedale. Purtroppo Giuseppe Neirotti e Severino Piol non sopravvissero. Furono i primi rivolesi caduti per la Libertà. Solo Giuseppe Meotto si salvò.
Da quel momento non si ebbe più notizia del Borcic. Si seppe solo che non subì condanne, perché si ritenne avesse agito per legittima difesa.
- Il 6 aprile 1944 muore Arduino (nato a Belluno il 14.12.1925), in un combattimento ad Avigliana contro i tedeschi. Il gruppo che il 6 aprile 1944 cadde in un agguato tedesco nella frazione Mortera era formato da: Mario Neirotti di 28 anni, Mario Bogge di 25, i fratelli Augusto e Arduino Piol di 20 e 18, Emilio Lazzarotto di 19, Pierino Farca di 18, Sergio Bono di 16 e Meneghin; era parte di una banda partigiana quasi del tutto formata da giovani rivolesi.
Nata subito dopo l’armistizio dell’8 settembre 1943 per opporsi all’occupazione tedesca e alla risorta dittatura fascista, la banda si era dislocata nei dintorni di Valdellatorre. Guidata da Neirotti, contava su una trentina di uomini, tra cui Bogge, Lazzarotto e Meneghin, mentre Bono aveva contribuito ad armarla con alcuni fucili e mitragliatori recuperati in una caserma di Rivoli.
Furono sorpresi da una pattuglia di tedeschi in azione di rastrellamento nella frazione Mortera mentre si stavano riposando nel cortile di un’osteria, il gruppetto fu sorpreso da soldati tedeschi, allertati da una spia e provenienti dal presidio del Dinamitificio Nobel.
Neirotti, Bogge, Farca e Arduino Piol rimasero uccisi, così come la proprietaria dell’osteria, Agnese Cugno Maritano, uscita dal locale per mettere in salvo il nipotino. Meneghin, ferito, fu invece catturato e condotto a Torino, ma scampò la morte grazie a uno scambio tra prigionieri. Augusto Piol, Lazzarotto (detto Fransa) e Bono, che pur colpito si nascose in un mucchio di letame, riuscirono infine a salvarsi fuggendo.
I partigiani della formazione " Carlo Carli" risposero a questa azione tedesca con una incursione a Valgioie dove vennero uccisi sei tedeschi.
- In una notte nel mese di giugno 1944 papà Eliodoro fu prelevato dai fascisti nella sua casa in via Querro: il suo cadavere, orribilmente straziato, venne rinvenuto giorni dopo in una roggia tra Rivoli e Rivalta, sotto un ponte. «Non si poteva riconoscere – raccontava Mamma Piol – ero quasi convinta che non fosse lui...».
“La storia dei Fratelli Piol è sicuramente conosciuta da tutti. Molto meno si sa del padre Eliodoro e della sua attività per i
partigiani. Ricordo un fatto: Eliodoro si inventò infatti un particolare commercio di prodotti alimentari, primizie, ad esempio i funghi... che trasportava dalla Bassa Valle di Susa su un carretto. Ma il carretto aveva anche un’altra funzione: in realtà, durante il trasporto delle mercanzie, sul carretto erano nascosti fucili per i partigiani che operavano nella Bassa Valle!”
Testimonianza di Luciano Cornetto.
- Il 5 ottobre 1944 Augusto (Agostino, nato a Limana il 08.01.1924), comandante della “Squadra Volante” che agiva agli ordini di Eugenio Fassino, fu gravemente ferito nell’eccidio di Rivalta. Morì pochi giorni dopo nell’ospedale clandestino di Giaveno, operato dal professor Usseglio ed assistito dalla madre.
Meccanico negli Stabilimenti “Giustina” di Torino, venne chiamato alle armi, non ancora ventenne, nel maggio 1943. Assegnato al battaglione “Exilles” del 3° Reggimento Alpini, prestò servizio al deposito e qui si trovava alla dichiarazione dell’armistizio. Appartenente alla 43^ Divisione partigiana De Vitis.
Motivazione della Medaglia d'Oro al Valor Militare:
«Comandante di una squadra in perlustrazione nell'interno di un abitato, attaccato di sorpresa da un plotone nemico, non esitava ad aprire il fuoco su di esso con un fucile mitragliatore, ingaggiando impari lotta a distanza ravvicinata. Visti cadere tre suoi compagni e costretto dalla pressione di elementi avversari, balzava in piedi e da solo si lanciava all'assalto costringendo l'avversario stesso a ripiegare ma nella fase della lotta, mortalmente colpito all'addome doveva alcuni giorni dopo soccombere. Magnifica figura di patriota e di valorosissimo combattente della libertà. Rivalta di Torino, 5 ottobre 1944.»
- 18 maggio 1945: impegnato in un’opera di rastrellamento di residui bellici presso il Castello di Rivoli, l’ultimo dei fratelli Piol, il giovanissimo Vario (nato a Belluno il 02.10.1929), già inserito nella 43^ Divisione partigiana De Vitis, non ancora sedicenne fu colpito a morte dall’esplosione di uno di questi ordigni.
- La madre Brigida Zuccotti in Piol morì nel 1990 e ai suoi funerali parteciparono commossi centinaia di abitanti di Rivoli.
Fonti, data ultima consultazione 20/05/2024:
- Pannello Mostra "Rivoli nella Resistenza", Casa del Conte Verde - ottobre 2015, dal quale sono tratte le foto d'epoca a corredo della scheda;
- Fratelli PIOL e Eliodoro PIOL, sito Rivoli di Storia;
- Agostino Piol, sul sito A.N.P.I.;
- Agostino Piol, su Wikipedia;
- PIOL Agostino, Sito Ufficiale del Gruppo Medaglie d'Oro al Valor Militare d'Italia.
Contenuti
- Iscrizioni:
- Via F.lli Piol
caduti per la liberta'
1943 - 1945
- Simboli:
- Informazione non reperita
Altro
- Osservazioni personali:
- Ai fratelli Piol sono dedicati anche una piazzetta di Limana (Belluno) e un rifugio-museo al Pian de le Femene, altopiano sul crinale delle prealpi Bellunesi.
Il padre Eliodoro è ricordato nella lapide posta all'esterno della caserma "Mario Ceccaroni" su Corso Susa a Rivoli.